Trilogy

This post has already been read 197 times!

Trilogy degli Emerson, Lake & Palmer,  un capolavoro del rock progressivo.

TrilogyGli Emerson, Lake & Palmer (ELP) hanno continuato a definire il panorama della musica progressiva con l’uscita del loro terzo album in studio, “Trilogy”, pubblicato dalla Island records 1972.

Per chi non li conoscesse, gli ELP sono un supergruppo formato da tre musicisti meteora provenienti da importanti gruppi rock. Keith Emerson, un tastierista e compositore virtuoso proveniente dalla band “Nice” – una band che combinava rock progressivo, jazz e musica classica, il bassista, chitarrista e cantante Greg Lake con una voce divina (non ci sono altre parole per descrivere la sua voce), che proveniva dai King Crimson con i quali prese parte a quello che è considerato forse il miglior album di rock progressivo mai creato – “In The Court Of The Crimson King“, e Carl Palmer che proveniva da “Crazy World of Arthur Brown” e “Atomic Rooster” alla batteria e percussioni.

Nell’ottobre 1971, la band entrò in studio per registrare il quarto album. Era chiaro agli E,L& P che non sarebbe stato un album simile agli album precedenti. Non ci sarà un intero pezzo di concept che copre un intero lato come nell’album “Tarkus”, né un unicum come in “Pictures at an Exhibition”. Sapevano che questo album avrebbe segnato uno sviluppo musicale per loro e sono arrivati ​​alle registrazioni più concentrati e fiduciosi in se stessi.

In effetti, il risultato parla da solo. È un album con melodie eccellenti e una produzione quasi perfetta. Un album che combina un alto livello di scrittura con una performance brillante, semplicemente difficile da credere, è attribuito a soli tre musicisti. Emerson dimostra qui un incredibile controllo della tastiera, la voce di Greg Lake suona più profonda e forte, mette persino da parte il basso per un momento e si concede un piccolo assolo di chitarra in una delle canzoni, e la batteria di Palmer suona più folle e selvaggia che mai.

Questo lavoro non solo ha consolidato la reputazione del trio, ma ha anche segnato un punto culminante nell’evoluzione della loro creatività.

Proprio questa grande creatività creó qualche grattacapo alla band. Infatti, per la prima volta su quest’album, il gruppo beneficiò dell’allora nuovissima tecnica di registrazione a 24 tracce.
L’uso smodato di sovraincisioni rese però gran parte del materiale impossibile da riprodurre in concerto, il che spiega come mai soltanto i brani The Sheriff e Hoedown, contenuti in Trilogy, siano poi divenuti numeri consueti nei concerti del gruppo, mentre The Endless Enigma fu eseguito solo nei tour del 1972.

Copertina di Trilogy

Inizialmente gli Emerson,  Lake  & Palmer si erano rivolti a Salvador Dalí per la realizzazione dell’artwork, ma l’idea sfumò di fronte al compenso disamente alto richiesto dall’artista.

Trilogy La grafica fu quindi affidata allo studio Hipgnosis. Per la prima volta nella loro carriera, i tre musicisti figurarono in copertina: all’esterno, furono ritratti dal pittore Phil Crennelf come fusi in un solo corpo; all’interno, comparvero “moltiplicati” in un fotomontaggio di scatti effettuati da Storm Thorgerson nel bosco di Epping Forest, alla periferia di Londra.

I brani di Trilogy

L’album si apre con un brano suddiviso in tre parti guidato da “The Endless Enigma (Part 1)”. Chiunque ascolti attentamente i suoni di apertura del pezzo scoprirà che i Pink Floyd non sono stati i primi ad aprire un album con il suono del battito cardiaco. Lo faranno solo un anno dopo con “The Dark Side Of The Moon”. Per anni abbiamo pensato che questi battiti cardiaci fossero stati creati utilizzando la grancassa di Carl Palmer, ma nel libretto del 2015 allegato alla ristampa dell’album, si è scoperto che in realtà erano le corde di basso suonate da Greg Lake.

Keith Emerson è straordinario qui in un’opera che alterna pianoforte, organo Hammond e sintetizzatore che ricorda una sorta di comunicazione con gli alieni nello stile del film “Incontri del terzo tipo”. Il canto di Lake qui varia da melodico e carezzevole a forte e aggressivo, come nel passaggio al ritornello in cui grida PLEASE!

La seconda parte della miniopera è “Fuga“. È un classico della musica di Emerson che ci mostra sicuramente quali sono le sue radici musicali, con il pianoforte che urla “Bach”. Si dice che Emerson abbia scritto il pezzo direttamente sulla pagina senza suonare una sola nota.

Chiude la mini-suite “The Endless Enigma (Part Two)” che è una sorta di sezione Reprise per la prima parte, con la stessa melodia nel canto di Gregg Lake, solo che questa volta assistiamo anche a Palmer Church Bells e Church Coral di Emerson danno al pezzo una varietà leggermente diversa dalla traccia di aperturasolo che questa volta sono aggiubte anche le campane suonate da Palmer e una parte corale di Emerson che danno al pezzo una variazione leggermente diversa dalla traccia di apertura..

La quarta traccia “From The Beginning” potrebbe non essere un pezzo che rappresenta fedelmente ciò che fa questo fantastico supergruppo, ma è un pezzo immortale. Una ballata affascinante e commovente scritta ed eseguita quasi da solo da Greg Lake che suona musica acustica & chitarre elettriche e basso e canta. Da notarela il suo folle assolo verso la fine della canzone, che è un formidabile contrappunto alla melodia morbida fin qui sviluppata. Questo brano è stato pubblicato come singolo e il suo successo ha senza dubbio contribuito ad attirare più ascoltatori verso il genere.

La quinta traccia “The Sheriff” mostra il lato umoristico della band che si è divertita a scrivere un classico pezzo western. Qui è imperdibile l’assolo honky tonk di Emerson che si protrae fino alla fine della canzone. Chiunque ascolti attentamente l’inizio dell’assolo di batteria di Palmer scoprirà che dice “Shit!”, Dopo aver colpito accidentalmente il “Rim” del tam-tam.

L’atmosfera da selvaggio west continua nella sezione conclusiva del primo lato dell’album – “Hoedown“, che è una sezione strumentale veloce e sintetizzata che è un adattamento della sezione Hoe-Down del Opera “Rodeo” del compositore americano ammirato da Emerson – Aaron Copland.

Il secondo lato dell’album inizia con la title track “Trilogy“. Il pezzo si apre con una sorta di ballata di Greg Lake che accompagna il pianoforte, ma si sviluppa in chiave progressive man mano che si procede nel pezzo con assolo di batteria e tastiere e cambi di ritmo tipici del genere.

Living Sin” è una canzone un po’ sinistra di Lake, forse per volontà di abbinare la voce al titolo della canzone. Lake ci regala un’ottima prestazione vocale che a tratti ci ha addirittura ricordato un po’ Ian Gillan. Il brano presenta un interessante riff di Hammond e la brillante batteria di Palmer.

La canzone che chiude l’album “Abaddon’s Bolero” si chiamava originariamente Bolero after the war Goddess ed è un tentativo di ricalcare l’opera “Boléro” del compositore Maurice Ravel.

Al momento della sua uscita, l’album “Trilogy” ha ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica, ma queste recensioni non si sono riflesse nelle vendite poiché, come spesso è accaduto, il pubblico ha accolto entusiasticamente questo disco.

In conclusione, “Trilogy” degli Emerson, Lake & Palmer è un album che va oltre la mera registrazione musicale. È un viaggio attraverso paesaggi sonori innovativi, una fusione di talenti eccezionali e un testamento alla continua evoluzione della musica progressiva.

Questo capolavoro rimane un pilastro indelebile nel catalogo della band e nell’intera storia della musica progressiva internazionale.

 

🙂Acquistando da questi link per te il prezzo non cambia, a me arriva un piccolo contributo che mi aiuta a mantenere vivo MyBestReview.🙏 In qualità di affiliato Amazon ricevo un compenso per ogni acquisto idoneo

TrilogyAcquista Trilogy su Amazon

 

 

Discografia di Keith Emerson

Discografia di Greg Lake

Discografia di Carl Palmer

Di @4min

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Best Reviews