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Rumours è l’undicesimo disco pubblicato dai Fleetwood Mac ed è stato all’epoca della sua uscita un vero e proprio fenomeno culturale.
Rumours fu rilasciato nel Febbraio del 1977 dalla band nella sua formazione più conosciuta e produttiva ossia quella formata da Lindsey Buckingham, Mick Fleetwood, Christine McVie, John McVie e Stevie Nicks. Fin dalla sua prima uscita il disco divenne l’LP più acquistato di tutti i tempi, riuscendo a vendere fino ad 800.000 copie alla settimana nel suo momento di massimo successo.
Si tratta di un disco molto americano, molto californiano, per l’amalgama melodico delle voci e per la solarità delle melodie. Nonostante però questa sua solarità è anche un album attraverso il quale si percepisce chiaramente la fine del movimento hippie che aveva caratterizzato la fine degli anni sessanta, di cui anche i primi Fleewood Mac sono figli, e tutta quella cultura che lo aveva accompagnato. Non è un disco decadente, tutt’altro, ma l’atmosfera che trasmette è quella di una consapevolezza di un qualcosa di importante che tramonta.
Probabilmente Rumours è uno degli album più presenti nelle raccolte di dischi di tutto il mondo per quel determinato periodo di tempo contendendosi la posizione assieme a Saturday night fever , Never mind the bollocks dei Sex Pistols o anche I feel love di Donna summer. Sicuramente tra questi quattro fenomeni culturali il disco dei Fleetwood Mac è quello che ha accusato di meno il passare del tempo restando ancora oggi un disco godibilissimo ed influente.
Vi sono state generazioni di band e cantanti solisti che hanno apertamente dichiarato di avere tratto più di uno spunto dai lavori dei Fleetwood Mac e in special modo da Rumours e dal successivo Tusk. In particolare molte cantanti come Curtney Love, Sheryl Crow o Tori Amos devono molto, e lo riconosco pubblicamente, allo stile di Stevie Nicks.
Al di la del peso storico del disco ascoltare Rumors è comunque molto piacevole.
La storia di Rumours
Due anni prima di registrare Rumours i Fleetwood Mac, pur avendo all’attivo la pubblicazione di diversi album, non erano ancora riusciti ad avere un successo solido. Per poter dare una svolta decisa alla loro carriera nel 1974 Mick Fleetwood, Christine McVie e suo marito, il bassista John McVie, si trasferirono dall’Inghilterra a Los Angeles dove furono raggiunti dal chitarrista Bob Welch.
Il chitarrista però non era della qualità voluta da Fleetwood quindi non molto tempo dopo il traferimento della band in USA Welch lasciò la band. All’incirca nello stesso periodo, Mick Fleetwood conobbe il duo Buckingham Nicks, con un album all’attivo, che era appena stato scaricato dalla Polydor. Il batterista rimase incantato dall’abilità chitarristica Lindsey Buckingham e dalla voce di Stevie Nicks e quando Welch lasciò, offrì loro un posto nel gruppo.
A questo punto la band fa uscire un disco dal titolo omonimo che contiene un mix di canzoni composte da Christine McVie e quelle che erano state preparate dal duo Buckingam/Nicks per il loro secondo album. Il disco è un successo commerciale che arriva nel 1976 al primo posto nelle classifiche USA. Il singolo di maggior successo che ne fu tratto, Rhiannon, diventò un autentico tormentone nella programmazione delle radio che lo passavano continuamente.
Tutto stava andando per il meglio allora. E invece no. La band decide di prenotare per due mesi gli studi di registrazione per poter lavorare al nuovo album ma quando arriva il momento la situazione personale dei membri dei Fleetwood Mac sta andando a rotoli.
La Nicks aveva appena rotto con Buckingham dopo sei anni relazione sentimentale e creativa. La moglie di Fleetwood divorziava da lui, e i McVie si erano separati e non si rivolgevano nemmeno la parola.
In questo preciso momento Buckingam, nonostante il periodo critico, prende le redini e ri-direziona la band, in particolare John McVie, verso la produzione di un nuovo sound che abbandona in gran parte il blues delle origini per diventare qualcosa di decisamente più pop. Buckingam ha una precisa visione di come dovrà essere questo nuovo disco e i Fleetwood Mac si fanno docilmente guidare nella direzione decisa dal chitarrista.
Andando un po in controtendenza Rumours viene composto amalgamando perfettamente il rock, l’easy listening, l’attitudine della band per il folk e mantiene quel tanto che basta di blues. In pratica i FM con questo album si allontanano dalla loro tradizione musicale fatta anche di lunghe jam session all’insegna del blues e si dedicano alla vera e propria arte della canzone. Tre quattro-minuti al massimo per riuscire a conquistare un pubblico sterminato.
Questa nuova visione, che probabilmente ha fatto storcere più di un naso all’epoca dei fatti, è risultata essere vincente perché Rumours è stata l’opera di maggior successo della band arrivando a conquistare la prima posizione della Billboard 200 ed a mantenerla per ben 31 settimane, sia pur non consecutive. Inoltre è stato certificato doppio disco di diamante negli Stati Uniti, ha vinto 11 dischi di platino nel Regno Unito, 2 dischi di diamante in Canada, 13 platino in Nuova Zelanda, platino in Francia e Hong Kong, 5 dischi d’oro in Germania ed oro in Spagna. Nel 1978 ha vinto anche il Grammy Award come miglior album dell’anno.
Nonostante l’intera tracklist sia tutta composta da pezzi di ottima qualità la parte del leone la fanno tre brani specifici, Dreams, Don’t stop e Go your own way.
Dreams è un brano di grande impatto scritto da Stevie Nicks che fu pubblicato come singolo. In questa forma raggiunse la prima posizione nella classifica di vendita degli USA. E’ l’unico singolo dei Fleetwood Mac che abbia mai raggiunto la vetta della classifica.
Dreams è stato oggetto di innumerevoli covers, la più celebre delle quali è stata realizzata nel 1998 dai The Corrs. Nonostante sia un brano di grande successo la sua composizione non fu un parto particolarmente difficile, anzi è la stessa Stevie Nicks a raccontare che le occorsero solo 10 minuti per comporla.
“I sat down on the bed with my keyboard in front of me.I found a drum pattern, switched my little cassette player on and wrote ‘Dreams’ in about 10 minutes. Right away I liked the fact that I was doing something with a dance beat, because that made it a little unusual for me.”
Don’t stop fu invece scritta da Christine McVie e da lei interpretata assieme Lindsey Buckingham. E’ la canzone più popolare dei Fleetwood Mac. Caratterizzata da un andamento allegro e solare con un ritornello che dice “Non smettere di pensare al domani”, è probabilmente il modo della McVie di metabolizzare i dolori derivanti dal divorzio col marito.
Anche questa canzone è stata più volte coverizzata. Celebre è la versione del 1996 realizzata dagli Status quo che interpretano il brano in chiave boogie-woogie.
Go your own way è, insieme a Don’t stop, la canzone più rappresentativa e famosa dei Fleetwood Mac. E’ stata scritta da Lindsey Buckingham utilizzando per il testo dei chiarissimi riferimenti autobiografici, in particolare la crisi con Stevie Nicks. Dal punto di vista musicale è un brano tipicamente rock con la chitarra che la fa da padrona ed una bella ritmica della batteria. Inizialmente il brano, pubblicato come singolo, non ebbe molto successo. Gradualmente poi invece è arrivato a vendere oltre 200.000 copie.
Di Go your own way sono state pubblicate una marea di cover ma quella che spicca su tutte è la versione realizzata dai Cranberries supportata dalla indimenticabile voce di Dolores o’Riordan.
Rumours è stato ri-pubblicato con l’aggiunta di materiale aggiuntivo rispetto all’originale nel 2004 e nel 2012.
Track list del vinile originale
Second Hand News 4:43
Dreams 4:14
Never Going Back Again 2:02
Don’t Stop 3:11
Go Your Own Way 3:38
Songbird 3:20
The Chain 4:28
You Make Loving Fun 3:31
I Don’t Want To Know 3:11
Oh Daddy 3:54
Gold Dust Woman 4:51