cosmos_factory

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cosmos_factoryCosmo’s Factory, pubblicato il 25 luglio 1970 dalla Fantasy Records, nonostante sia stato realizzato in un momento di forte crisi interna della band è stato , probabilmente, il disco più bello dell’intera produzione dei Creedence Clearwater Revival.

In pochi credevano nella possibilità che la band di John Fogerty potesse sfornare un altro album importante.

Specie considerando che il 1969 era stato per la band un vero e proprio trionfo discografico che aveva pubblicato una trilogia di dischi, che comprendeva Bayou Country, Green River e Willie And The Poorboys, che, in quanto a qualità e successo discografico, difficilmente avrebbe potuto essere eguagliata.

Invece in Cosmo’s factory, pubblicato come si è detto nel 1970, viene proposta l’intera gamma stilistica dei Creedence, che riescono benissimo a mettere insieme tutti i vari ingredienti musicali: dai brani rock che sembrano fatti apposta per scalare le classifiche al blues e al country delle origini, dalle lunghe jam session strumentali fino ad arrivare fino al soul dall’anima nera. In questo disco, infatti, è presente I Heard It To The Grapevine, cover del celeberrimo brano di Marvin Gaye, che il gruppo, dopo averla debitamente metabolizzata, trasforma facendole perdere tutta la patina sexy che aveva nella versione originale per poi rivestirla con una lunga jam session di soul-rock.

Inoltre il disco contiene due brani che sono considerati capolavori a firma John Fogerty che vengono pubblicati anche come singoli. Il primo è Travelin’ Band ed è un rock’n’ roll mozzafiato che racconta le vicissitudini di un musicista rock e il suo amore – odio per la vita on the road, per i concerti, le tournèe e tutto ciò che gira intorno a questa professione. Si tratta, in effetti, di un tema più che sfruttato ma che Fogerty riesce a rendere in maniera del tutto originale. Travelin’ band è un singolo di grande successo. Infatti riesce a raggiungere la top five nella classifica US Pop Singles e l’ottava posizione nella UK Singles Chart.

Il secondo singolo è Who’ll Stop The Rain, un brano decisamente più politicamente impegnato del precedente, sviluppato in chiave folk-rock, che divenne ben presto il simbolo di un’intera generazione. In tre minuti i Creedence clearwater revival riescono a concentrare in maniera drammatica tutto il malessere, le tensioni, le aspettative e le speranze dell’uomo moderno. Un brano di rara bellezza, una magnifica parabola di angoscia e impotenza, un autentico inno giovanile che viene subito adottato in seno ai movimenti giovanili che anche nel 1970 ribollivano negli Stati uniti.

Who’ll Stop the Rain può essere visto anche come un atto di protesta contro la guerra del Vietnam, specie leggendo il testo dei versi finali. C’è anche un forte richiamo al flower power e a tutto il movimento del ’68 e alla musica, alle grandi folle, insomma a tutta l’atmosfera del Festival di Woodstock che si tenne nell’agosto 1969 e a cui anche i Creedence parteciparono. C’è anche una battuta durante il secondo versetto della canzone su “piani quinquennali e nuove offerte avvolte in catene d’oro” che potrebbero volere stigmatizzare il generale cinismo di certi politici egocentrici e l’inutilità  di alcuni movimenti sociali privi di contenuti.

Nonostante, o forse proprio grazie alla varietà di temi e di interpretazioni presenti nel disco con la pubblicazione di Cosmo’s Factory i Creedence Clearwater Revival raggiunsero il loro massimo successo commerciale. Fu il loro quinto album in due anni e divenne un successo internazionale, piazzandosi in cima alle classifiche degli album in sei paesi.

Il titolo dell’album e l’ambientazione della foto utilizzata per la cover fanno riferimento al garage di Douglas Clifford, batterista della band soprannominato Cosmo, dove la band abitualmente provava e riprovava i suoi pezzi. Per questo la rimessa fu soprannominata “the Factory”.

 

I brani contenuti nel disco sono

Ramble Tamble – (07:11)
Before You Accuse Me – (03:26)
Travelin Band – (02:07)
Ooby Dooby – (02:07)
Lookin’ Out My Back Door – (02:32)
Run Through The Jungle – (03:04)
Up Around The Bend – (02:41)
My Baby Left Me – (02:18)
Who’ll Stop The Rain – (02:27)
I Heard It Through The Grapevine – (11:02)
Long As I Can See The Light – (03:30)

 

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Di @4min

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