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Anche tu sei stato contagiato dalla voglia di creare una collezione di dischi in vinile? Tranquillo, non sei l’unico e sicuramente hai bisogno di consigli utili per creare una collezione di dischi in vinile

I dischi in vinile sono un oggetto unico nel suo genere che porta con se il fascino di un’epoca passata quando era bello possedere fisicamente la copia del disco di un determinato artista. Fosse anche solo perchè aveva una copertina stratosferica.  Proprio per questo motivo molte persone hanno iniziato a comprare i dischi in questo formato preferendoli ai formati digitali o ai compact disc.

Non è però semplice orientarsi in un mondo che per molti, specie se di giovane età, appare piuttosto alieno.

Quindi in questo articolo provo a darti alcuni consigli che secondo me sono utili per creare una collezione di dischi in vinile senza troppi patemi d’animo.

Come accade per qualsiasi collezione anche per quella dei dischi, siano essi 45, 33 o 78 giri, ci sono alcuni parametri da conoscere per una corretta valutazione di ciò che si va a acquistare ed evitare, specie se vogliamo acquistare delle copie vintage, di restare vittime di solenni “sole”.

Nel collezionismo dei dischi in vinile sono utilizzati anche termini piuttosto specifici. Non è necessario conoscerli tutti ma almeno avere un’infarinatura aiuta. A questo scopo ho realizzato un’apposita sezione del sito con un glossario dei termini più utilizzati.

E’ interessante anche avere un minimo di conoscenza sulle principali tipologie di dischi in vinile che possiamo incontrare mentre costruiamo la nostra collezione di dischi in vinile.

Prima di tutto è bene sapere che i dischi, oltre che per il formato, si possono suddividere in diverse categorie a seconda della tipologia di utilizzo e di destinazione commerciale.

Quindi gli LP (long playing) sono i classici 33 giri che possono essere singoli,doppi, tripli o anche quadrupli. Ci 45 rpm sex pistolssono poi gli Ep (Extended plays) di solito in formato 7″ o 12″ con pochi brani per lato, a volte solo uno.
Per quanto riguarda i 45 giri, oltre alle edizioni standard per la rivendita, con copertina in cartoncino a volte anche apribile, esistono edizioni picture disc e quelle stampate su vinile colorato.

Inoltre sono piuttosto comuni le versioni per juke box, che sono praticamente scomparse come nuove stampe, con gli anni 90.

Questi 45 giri di solito hanno una cover anonima o con, al massimo, il logo della casa discografica. Altra caratteristica tipica di queste edizioni è che sulle due facciate ci sono brani non appartenenti al repertorio dello stesso artista, anzi spesso ci sono degli accoppiamenti a dir poco bizzarri.

Sul mercato si possono trovare, anche se piuttosto raramente, i cosiddetti Pressing test. Come dice il nome questi  sono vere e proprie prove di stampa necessarie per testare la qualità del master e degli stampi dell’album prima di dare il via alla produzione massiva del disco. I pressing test sono ovviamente molto rari e estremamente ambiti dai collezionisti.

Altrettanto ambiti dai collezionisti sono gli acetati che sono i veri originali dai quali viene ricavato lo stampo per la produzione dei dischi.

Inutile dire che l’acetato è un qualcosa di raramente commercializzato in modo standard. Più spesso si può trovare come oggetto di un’asta.

Prima o poi vorrai acquistare dei vinili usati. Vorrai farlo perché non troverai una ristampa di uno specifico titolo che ti piace proprio tanto oppure perché cederai alla tentazione di avere fra le mani un oggetto prodotto trenta o quaranta anni fa.

A questo punto dobbiamo capire come valutare i due principali componenti del nostro album ossia il vinile vero e proprio e la copertina.

Vinyl collectionVinile – La prima e più importante valutazione da fare sullo stato del vinile è quella che si fa a occhio. Quindi, prima di tutto, occorre stare molto attenti a individuare eventuali graffi presenti sulla superficie.

La maggior parte dei vinili autenticamente vintage avrà sicuramente alcuni segni superficiali, ma fai particolare attenzione ai graffi più profondi perché sono quelli che aggiungeranno fastidioso rumore reale.

Devi sapere che per la valutazione della qualità fisica del disco usato i venditori, professionali o amatoriali che siano, adottano un sistema di valutazione fondamentalmente visiva  che fornisce comunque un’idea abbastanza precisa di cosa si va ad acquistare. Questa classificazione, adottata in tutto il mondo, è utile specialmente quando si acquista on line perché, in questo caso, manca del tutto la possibilità di fare la valutazione “a vista”. Dando per auspicabile l’onestà di chi vende, la scala di valori internazionale, la Goldmine grading standards riportata in un precedente articolo, è comunque uno strumento indispensabile per non ricevere sgradite sorprese.

Le valutazioni sono queste :

Valutazione del Disco vero e proprio

M = Mint Disco mai ascoltato. Questa non è opinabile, deve essere un dato di fatto. Se il disco è sigillato si tratta di un Mint. Già il fatto che il disco non sia più sigillato impedisce che sia Mint.
EX = Excellent Disco ascoltato poche volte.
VG = Very good Disco ascoltato più volte, qualità del suono buona
G = Good Disco molto ascoltato, qualità del suono discreta
F = Fair Disco ascoltato moltissimo
P = Poor Disco trattato senza cura. Qualità del suono insufficiente, “salti” nell’ascolto.
B = Bad Disco in pessime condizioni.
BB = Broken Disco rotto o anche solo scheggiato

Cover

M = Mint Copertina mai aperta, con cellophane o busta originale. Valgono le stesse considerazioni fatte per il disco Mint.
EX = Excellent Copertina quasi nuova.
VG = Very good Copertina ed eventuali inserti buoni. Occhio ai tagli che il vinile stesso a volte procura alle busta anche dopo due o tre volte che viene riposto.

King Crimson In the court of crimson king

G = Good Copertina ed eventuali inserti non perfetti. Consiglio di documentarsi sempre prima di un acquisto perchè spesso gli inserti riproducono foto, testi delle canzoni oppure traduzioni delle stesse (vedi per esempio i dischi dei Genesis, sono molto interessanti e, se mancanti, diminuiscono di molto la valutazione del disco).
F = Fair Copertina ed eventuali inserti con notevoli segni di usura, come pieghe e strappi. Di solito questi sono i dischi che si trovano nei mercatini.
P = Poor Copertina, etichetta ed eventuali inserti seriamente danneggiati o incompleti.
NO = None Assenza di copertina o copertina non originale

 

Occorre prestare attenzione anche ai vinili sporchi. Se ne trovano, specie nelle fiere o dai rigattieri, a prezzi particolarmente bassi. A meno di non possedere una buona macchina per il lavaggio dei dischi, non acquisterei dischi sporchi o visibilmente malridotti e comunque prenderei in considerazione solo delle vere occasioni che, detto per inciso, sono di solito piuttosto rare.

Magari questi dischi, pur essendo sporchi, non hanno graffi significativi sulla superficie ma lo sporco che si è depositato in superficie, che non sempre si riesce a Macchina lava dischirimuovere del tutto, aggiungerà lo stesso una quantità di rumore molto fastidiosa.

Acquistando in un negozio tradizionale difficilmente avrete questo problema però è comunque spesso possibile chiedere di ascoltare il disco prima di acquistarlo, questo evita di sicuro brutte sorprese. Ove possibile conviene approfittare il più possibile di questa possibilità.

 

Cover – Vi sono molti danneggiamenti della copertina che possono diminuire, anche di moltissimo, il valore di un disco.

La prima cosa da valutare è il cerchio di usura che in alcuni casi, arriva a rendere visibile l’intero profilo del disco. Più è visibile e peggio è, ovviamente. Lo stesso dicasi per i bordi esterni della cover che spesso sono piuttosto malridotti. Entrambi questi difetti abbassano di molto la valutazione di un disco.

La presenza di muffa indica la permanenza dell’album in una soffitta o in una cantina e molto probabilmente dei danni consistenti alla qualità del vinile. In questo caso, a meno che non ci si trovi davanti a dischi particolarmente rari, conviene desistere dall’acquisto.

Scollatura dei lembi della cover, danni da acqua e, in generale segni, marchi, etichette o la firma del proprietario originale del disco sono anch’essi motivo di svalutazione di un album.

Cover bucata o tagliata. Un buco o un taglio regolare nella cover indica che il disco è stato ritirato dal commercio e poi vi è stato reintrodotto in tempi successivi. Non è sempre detto che questo diminuisca il valore della copia, dipende molto dal dipo di taglio/foro che è stato praticato.

Prezzo – Determinare quale sia la cifra corretta da pagare per acquistare un determinato album potrebbe essere un problema per il collezionista principiante perché, come abbiamo già visto, vi sono numerose variabili che concorrono alla formazione del prezzo finale anche se, come per tutte le collezioni, il prezzo dipende dalla rarità e dalla richiesta sul mercato di un un determinato pezzo.

Per una valutazione preliminare sono molto utili siti web come Discogs.com o Popsike.com. Entrambi questi siti devono essere un po conosciuti per poter utilizzare al meglio le informazioni in essi contenute. In special modo Discogs, che sta sempre di più diventando un punto di riferimento per il mercato del disco usato, può trarre in inganno l’utente meno esperto. Il mio consiglio è quello di “perderci” un po di tempo in modo da diventare pratici dei meccanismi che li governano, in special modo quelli legati alle valutazioni ai fini della vendita o dell’acquisto.

Stampa del disco – Probabilmente la cosa più difficile da determinare, anche per i collezionisti esperti, è quando una stampa è una prima stampa originale. Di seguito riporto una panoramica a volo d’uccello degli elementi da tenere in considerazione per valutare questo particolare aspetto. Per approfondire ti consiglio la lettura dello specifico articolo dedicato appunto a come stabilire se un vinile è una prima stampa.

Ci sono innumerevoli varianti da tenere in considerazione. Per esempio, se l’album è stato stampato negli anni ’60 lo spessore del vinile sarà piuttosto consistente, l’etichetta avrà un aspetto piuttosto datato e, probabilmente, riporterà anche un indirizzo postale.

Se il disco è americano avrà una copertina di cartone piuttosto spesso mentre se è europeo la copertina sarà piuttosto sottile e probabilmente con una stampa lucida.

Per ogni decade ci sono caratteristiche diverse e peculiari che rendono un po’ più semplice riconoscere i vinili originali.

Un altro modo di determinare se si ha per le mani una prima copia è utilizzare il numero di matrice che si trova nell’area immediatamente precedente all’etichetta, la cosidetta run off area, con il quale è possibile risalire alla versione di stampa , ma è una faccenda da veri esperti.

Le prime stampe hanno una valutazione maggiore rispetto alle ristampe per varie ragioni, tra le quali il fatto che suonano meglio, la qualità del vinile migliore, dettagli diversi nell’art work che poi verranno cambiati nelle stampe successive.

L’album Led Zeppelin IV, di sui si parla in questo articolo, è uno dei tanti esempi di variazione dell’etichetta tra una stampa e la successiva.

Materiale – La gran parte dei dischi in vinile sono di colore nero ma molte etichette stampano, spesso in tiratura limitata, copie di dischi in vari colori e anche su vinile trasparente.

Non esiste praticamente nessuna differenza di suono tra un vinile nero e uno colorato.
Esistono infine i picture disc che hanno una immagine sulle due facce. Queste edizioni vengono vendute con una cover Morryssey picture disctrasparente e spesso si tratta di stampe piuttosto rare.

La massa del vinile gioca una importante parte nella qualità audio del vinile stesso. Di solito gli LP standard pesano 120 gr ma vi sono delle edizioni per audiofili che arrivano a pesare 200 gr.

Ultimamente molte ristampe di grandi successi degli anni 60/70 vengono effetuate su vinile da 180 gr.

Spero che questi consigli ti siano utili per creare una collezione di dischi in vinile e se hai qualcosa da chiedere o qualche suggerimento da lasciare, sei il benvenuto !

Buon vinile a tutti!

  

Di mancio

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