Who's next

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Who’s Next è il quinto album pubblicato dagli Who.

Who's nextWho’s next è il disco che, senza ombra di dubbio, testimonia il perfetto equilibrio ormai raggiunto dalla band di Roger Daltrey e soci.

Forse il più completo album rock della storia, Who’s Next ha quasi tutto ciò che un fan del rock classico può desiderare in un album.

Questo album è infatti composto con una grande ricchezza di variazioni compresi riff di potenza basati su tre accordi, ballate melodiche in cui il pianoforte è protagonista, l’uso sapiente di tecnologica all’avanguardia, performance virtuose, potenza pura, accessibilità, profondità, messaggi, inni, un buon equilibrio tra acustico ed elettrico e un equilibrio ancora più bello tra elettronico e analogico.

Insomma un geniale mix che solo dei musicisti di grande spessore come gli Who potevano generare.

L’album deriva da un’idea di concept album pensata, ancora una volta, da Pete Townshend. Il titolo di questo concept album doveva essere Lifehouse, e la sua scrittura iniziò nel 1970 come seguito dell’opera rock Tommy, pubblicato dalla band nel 1969. Il tema alla base di questo album era estremamente futuristico, forse troppo, perchè nessun altro membro della band lo comprese. Questa mancata condivisione causò molto attrito e, secondo quanto raccontato dallo stesso Townshend, lo portò sull’orlo del suicidio.

Fortunatamente la crisi fu superata ed alcune idee di base di Lifehouse furono comunque inglobate nel processo creativo di Who’s next. In particolare l’uso massiccio dei sintetizzatori sarà una caratteristica tipica di questo album.

Il primo brano, Baba o’Riley, è la lampante testimonianza proprio dell’uso del sintetizzatore. E’ un brano atipico con un titolo strano. Il titolo deriva dall’unione dei nomi di due persone care ai membri del gruppo, il santone who's nextIndiano Meher Baba e il musicista Terry Riley. Baba o’Riley è caratterizzata da una introduzione che si può definire minimalista prodotta utilizzando un organo e un sintetizzatore VCS3 con lo scopo di generare un suono rotatorio, una sorta di loop che da l’impressione di creare cerchi concentrici sonori. Su questa splendida intro si interrompe con l’entrata della chitarra e della batteria che a loro volta introducono la voce di Daltrey. La canzone culmina con un assolo di violino, anche questo elemento piuttosto inconsueto, dell’ottimo guest Dave Arbus, particolarmente azzeccato.

La successiva Bargain è una canzone che può sembrare quasi una ballad per il suo inizio dimesso a base di strumenti acustici. Ma è un effetto illusorio perchè rapidamente il suono si impenna in uno scoppio di elettricità. Siamo in territorio prettamente hard, con il furioso rullare di Moon e le “schitarrate” a tutto braccio di Townshend; la parte centrale è contraddistinta da un mite intermezzo che serve per introdurre un serrato semi-solo di Moon.

Il brano che segue, Love Ain’t For Keeping, è una, breve, canzone semiacustica, caratterizzata da una ritmica particolare, incalzante, con richiami al blues.

My Wife  è una traccia tipicamente rock, carica di feeling, ma che non aggiunge niente di particolarmente nuovo ai precedenti.

Una delle caratteristiche più specifiche degli Who è stata l’uso di due cantanti solisti, Daltrey e Townshend, all’interno di una singola canzone. È una tattica brillante che rende particolarmente riconoscibili certe melodie e che consente cambiamenti di tono e di umore in uno specifico brano. Questo tipo di cambiamento è particolarmente avvertibile in The Song Is Over, che alterna i toni da ballata di Townshend al maestoso incedere di Daltrey. The Song Is Over, che conclude il lato A,  si apre con una introduzione pianistica eseguita da Nicky Hopkins sulla quale va ad adagiarsi la voce di Townshend in un cantato posto tra il tono sognante e quello malinconico. Ma si tratta solo di un istantee poi il brano si vivacizza con una esplosione di energia distribuita tra la chitarra, la batteria e il pianoforte che resta sempre presente.

Getting In Tune è la canzone che apre il lato B del vinile. La traccia inizia con una delicata intro pianistica sulla quale Daltrey si esibisce in un cantato che ricorda alcune atmosfere di Tommy. E’ un inno potente e coinvolgente, fatto per essere cantato in coro durante un concerto, inframezzato da continui cambi di tempo e che mostra, a tratti, venature di blues. Il finale, invece, è un vortice tempestoso dove tutti gli strumenti vengono portati al loro massimo e lasciati correre in piena liberta’ al fine di creare un clima da jam session.

La traccia numero sette, Going mobile, è il momento più leggero del disco, con Townshend che la fa da padrone. In questo brano Daltrey non compare lasciando il resto della band a registrarlo come power trio. Townshend alla voce solista, chitarre e sintetizzatori, John Entwistle alla chitarra basso e Keith Moon alla batteria.

Townshend è ancora protagonista assoluto in Behind Blue Eyes. Per questo brano crea un arpeggio acustico che proietta la canzone fra le più belle struggenti ballate che la musica moderna abbia mai salutato.

Come a legarsi idealmente con il brano iniziale del disco anche quello che lo conclude è introdotto da sonorità spaziali a base di sintetizzatore. Won’t Get Fooled Again ci mostra un Keith Moon in grande spolvero ed è anche il manifesto musicale degli Who. Ritmo, potenza e creatività tutto chiuso in unico brano che resta mitico anche a quasi 50 anni dalla sua pubblicazione.

Per l’immagine della copertina di Who’s next, dopo aver scartato un’immagine che raffigurava delle donne nude obese e un’altra che ritaeva Keith Moon vestito in lingerie nera, con una frusta in mano e una parrucca da donna in testa, fu scelta una foto del gruppo scattata a Easington Colliery. Si tratta di una foto di gruppo non propio usuale che ritrae, appunto, la band apparentemente appena dopo aver finito di urinare su un monolite di cemento. Secondo quanto raccontato dal fotografo Ethan Russell, la maggior parte degli Who non fu in grado di urinare davvero, e quindi venne gettata dell’acqua sui lati della costruzione per simularne l’effetto. Il blocco di cemento utilizzato come vespasiano venne interpretato come un ironico riferimento al celebre monolite protagonista del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Per questo film, che era uscito nei cinema solo tre anni prima, la band avrebbe dovuto comporre alcune delle musiche ma qualcosa andò storto e non se ne fece di nulla. Da qui l’ipotesi che gli Who avessero voluto esprmere il loro disappunto attraverso questa immagine.

Il disco ebbe una buona accoglienza da parte della critica e del pubblico. Commercialmente fu certificato disco di platino negli USA e in UK e disco d’oro in Italia.

who's next Behind Blue EyesI singoli estratti ebbero anch’essi un ottimo successo commerciale.

Won’t Get Fooled Again, pubblicato nel Giugno del 1971, prima cioè dell’uscita dell’album, entro di volata nella top ten in UK.

Baba o’Riley, pubblicata solo in Europa nell’Ottobre del 1971, divenne disco di platino, con oltre un milione di copie vendute, in UK.

Behind blue eyes, ultimo singolo estratto, non fu pubblicata come singolo in UK per le perplessità di Townshend. Fu comunque messa in vendita in alcuni paesi europei e negli Stati Uniti dove raggiunse la posizione numero 34 dell Billboard top 100.

A prescindere del successo commerciale e di critica riconosciutogli negli anni Who’s next è un disco che rappresenta realmente una pietra miliare nella storia del rock, basta ascoltarlo per rendersi conto che pur avendo quasi 50 anni il suo suono non è minimamente invecchiato, anzi.

A quei pochi che non lo avessero ancora mai ascoltato consiglio vivamente di farlo, ne rimarranno sicuramente colpiti.

Track list dell’edizione originale del Edizione originale del 1971

Lato A

Baba O’Riley – 5:09
Bargain – 5:34
Love Ain’t For Keeping – 2:11
My Wife – 3:41
The Song Is Over – 6:16

Lato B

Getting In Tune – 4:50
Going Mobile – 3:43
Behind Blue Eyes – 3:39
Won’t Get Fooled Again – 8:38

Bonus track aggiunte alla riedizione del 1995

Pure and Easy – 4:22 (versione originale) (inedito)
The Seeker – 3:25
Baby Don’t You Do It – 5:14 (inedito) (Holland-Dozier-Holland)
Naked Eye (live) – 5:31
Water (live) – 6:25 (inedito)
Too Much of Anything – 4:25
Let’s See Action (Nothing Is Everything) – 4:03
I Don’t Even Know Myself – 4:56
Join Togheter – 4:22

Track list della versione Deluxe pubblicata nel 2003

Disco 1

Il primo disco contiene le nove tracce dell’album originale più sei outtake, ovvero tracce registrate e poi cancellate dall’album.

Baba O’Riley – 5:01
Bargain – 5:33
Love Ain’t for Keeping – 2:10
My Wife – 3:35
The Song Is Over – 6:17
Getting in Tune – 4:49
Going Mobile – 3:43
Behind Blue Eyes – 3:42
Won’t Get Fooled Again – 8:35
Baby Don’t You Do It – 8:21
Getting in Tune – 6:36
Pure and Easy – 4:33
Love Ain’t for Keeping – 4:06
Behind Blue Eyes (Versione alternativa) – 3:30
Won’t Get Fooled Again – 8:48 (Versione originale registrata a New York)

Disco 2

Le tracce del secondo disco sono state registrate dal vivo al Young Vic Theathre di Londra il 26 aprile 1971. Le canzoni suonate ma non incluse nell’album sono Pinball Wizard, Bony Moronie, See Me Feel Me/Listening to You e Baby Don’t You Do It.

Love Ain’t For Keeping – 2:57
Pure and Easy –– 6:00
Young Man Blues – 4:47
Time Is Passing – 3:59
Behind Blue Eyes – 4:49
I Don’t Even Know Myself – 5:42
Too Much of Anything – 4:20
Getting in Tune – 6:42
Bargain – 5:46
Water – 8:19
My Generation – 2:58
Road Runner – 3:14 (Ellas McDaniel)
Naked Eye – 6:21
Won’t Get Fooled Again – 8:50

Discografia degli Who

Biografia degli Who

 

Di @4min

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