musica psichedelica

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I dieci dischi essenziali per la musica psichedelica

musica psichedelicaAll’inizio degli anni ’60, l’uso sperimentale della droga si diffuse ampiamente sopratutto negli ambienti underground dove molti artisti, tra cui molti musicisti, erano ansiosi di provare le potenzialità di queste sostanze che, si diceva, donassero la capacità di ampliare le capacità percettive.

Da qui il desiderio di creare musica che riflettesse o simulasse l’esperienza lisergica prese ben presto corpo trovando nella musica rock un ideale terreno di coltura. Questi sperimentatori riuscirono a creare una delle musiche più intriganti, affascinanti e incredibili mai realizzate ossia il rock psichedelico

Non tutte queste sperimentazioni hano avtuo successo e, onestamente, alcuni degli album creati in questo periodo sono decisamente da dimenticare. Ma ciononostante non è difficle stilare una lista di dischi di alta qualità utile per chi voglia approfondire questo unico momento storico.

Vediamo quindi insieme quelli che, secondo me, sono i dieci dischi essenziali per comprendere la musica psichedelica

The 13th Floor Elevators – The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators (1966)

The Psychedelic Sounds Of The 13th Floor ElevatorsI The 13th Floor Elevators sono probabilmente la prima rock band realmente psichedelica. A differenza dei gruppi di San Francisco, che avevano iniziato la loro vita artistica come folk band per poi gradualmente diventare degli esponenti della nuova tendenza psichedelica, Roky Erickson e soci avevano da subito dei connotati unici. Infatti, ispirandosi apertamente sia ai primi rock and rollers sia ai loro contemporanei come i Rolling Stones, i 13th Floor Elevators si sono appropriati delle’energia tipica del rock trasformandola in qualcosa di completamente nuovo.

L’album, The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators, fu pubblicato nell’agosto del 1966, molto vicino alla data di pubblicazione di Revolver dei Beatles che fu un altro album con suoni psichedelici assoluti.

 

Country Joe & the Fish – Electric Music for Mind and Body (1967)

La band Country Joe & the Fish ha iniziato la sua vita nel 1965 e, come accennato nel precedente paragrafo, è una di quelle band che iniziò la sua carriera come gruppo folk che però aveva già una certa predisposizione alla rivoluzione culturale. Nel 1966 infatti la band da folk che era si era rapidamente trasformata in una vera e propria band rock and roll che avrebbe creato uno degli album psichedelici più interessanti di tutti i tempi. Ed in effetti questo Electric Music for Mind and Body è un album fondamentale per l’epoca, un vero esempio di come la protesta, la satira e la denuncia che andavano sviluppandosi nella seconda metà degli anni sessanta. La varietà dei generi utilizzata in questo disco, che spazia dal blues al country, e la semplicità tecnica della band lo rendono un lavoro particolarissimo ma comunque orecchiabile e facilmente assimilabile.

Donovan – Sunshine Superman (1966)

Registrato nello stesso periodo del disco di debutto degli Elevators e di Revolver dei Beatles, Sunshine Superman è stato un incredibile salto artistico per Donovan. Dalle sue semplici prime registrazioni ispirate ai lavori di Bob Dylan, nessuno avrebbe potuto indovinare i passi da gigante che avrebbe fatto con il questo suo terzo album. La registrazione di Sunshine Superman iniziò alla fine del 1965, quindi Donovan, di fatto, anticipò gran parte degli altri artisti che presero parte alla “rivoluzione” psichedelica. Donovan per la registrazione di questo disco si avvalse della collaborazione di alcuni dei migliori musicisti disponibili all’epoca, incluso un già grandissimo Jimmy Page alla chitarra.

Pink Floyd – The Piper at the Gates Of Dawn (1967)

The piper at the gates of dawn Front coverCosa si può dire di questo capolavoro che non è stato già detto innumerevoli volte. Davvero un album di riferimento, non solo negli annali della psichedelia, ma nell’intera storia della musica popolare.
Prima che fossero composti ‘See Emily Play’ o ‘Arnold Layne,’ non si erano mai sentiti brani del genere , dopo di loro, si sono succedute una infinita serie di imitazioni. Per i Pink Floyd la sperimentazione era la linfa vitale e, quindi, la loro via psichedelica fu decisamente diversa da quella che caratterizzò le band della West coast come i Quicksilver o i Grateful Dead che erano invece più legate al blues.
In the piper at the gates of dawn disco la scrittura di Syd Barrett raggiunge probabilmente il suo momento migliore e la band, pur arrivando a produrre pagine memorabili della storia del rock, non riuscirà mai più a produrre qualcosa di simile.

Eric Burdon & the Animals

Nel 1967 Eric Burdon lascia la sua band originale, gli Animals. Innamoratosi dei suoni provenienti dall’America egli mette in piedi una nuova versione della band, mette da parte il blues e comincia anche lui a seguire le sonorità tipiche del movimento psichedelico. Questa sua metamorfosi musicale è particolarmente evidente in dischi come San Franciscan Nights e When I Was Young che aveva come lato B il brano A Girl Called Sandoz, chiaro riferimento all’LSD, una canzone a tema controculturale. Non a caso sarà oggetto di cover da parte di numerose punk band.

Family – Music in a Doll’s House (1968)

Family fu una delle band più interessanti della scena britannica nel 1967 . Il loro singolo di debutto, Scene Through The Eye Of The Lens, è uno dei migliori singoli dell’epoca. Nel loro album di debutto del 1968, questo la dice già lunga sulla qualità di questi musicisti, la band aveva già iniziato ad ampliare gli orizzonti del proprio sound spostandosi in aree inesplorate che presto sarebbero diventate note come progressive rock.
In Music In A Dolls House i Family si cimentano in una vasta gamma di di stili e atmosfere. E’ come se a ogni brano corrispondesse una stanzetta della variopinta e psichedelica casa delle bambole del titolo. Mano a mano che si aprono le porte delle stanzette ci si ritrova in luoghi sempre nuovi, fatti di suoni, colori e visioni diversi da quelli delle stanze in cui ci si trovava in precedenza. Un lavoro davvero rappresentativo della parte più creativa della psichedelia di quei tempi.

Jefferson Airplane – After Bathing at Baxter’s

After bathing at Baxter'sDopo il folgorante debutto del 1966 con Takes Off i Jefferson Airplane persero la loro cantante Signe Anderson. Questa fu rimpiazzata da una delle più iconiche cantanti degli anni sessanta, Grace Slick. Appena arrivata la Slick portò la band in cima alle pop charts con la celeberrima Somebody To Love e , sopratutto, con White Rabbit, uno dei brani che meno ci si aspetterebbe di vedere scalare le classifiche di vendita. Dopo il successo del secondo album Surrealistic Pillow la band decie che era il momento di produrre qualcosa di più personale nato dall’introspezione e dalla sperimentazione psichedelica. After the bathing at Baxter’s è il frutto di questa sperimentazione, è un bizzarro melting-pot composto da ballate surreali, melodie ipnotiche, divagazioni di carattere arabico, pezzi rock “corposi” ma sempre caratterizzati da chitarre acide, distorte e meravigliosamente dissonanti. Su questo eclettico caos psichedelico si inserivano alla perfezione i testi di Grace Slick, vera regina di questo regno creativo. Si tratta di un disco di non facilissimo ascolto ma sicuramente è un album geniale e una vera e propria pietra miliare del rock.

Silver Apples – Silver Apples (1968)

I Silver apples erano un duo formato da due autentici geni musicali, Simeon Coxe e Dan Taylor,  uno specialista in elettronica, l’altro un ottimo percussionista ed insieme sono riusciti ad anticipare di decenni le tendenze musicali. Eppure il loro progetto Silver Apples è uno dei lavori meno ricordati del periodo. Va detto però che, a dispetto della loro scarsa fortuna successiva, i loro due dischi, Silver apple del 1968 e Contact pubblicato l’anno successivo, sono stati, in senso positivo, dei veri e propri fulmini a ciel sereno, riuscendo a precorrere praticamente ogni genere e ogni tendenza che si sarebbe affermata nei decenni successivi.

Can – Monster Movie (1969)

Anche in questo caso, come già accaduto con i Silver apples, con i The Can ci troviamo davanti a dei pionieri, degli autentici precursori della musica elettronica che sarebbe esplosa molti anni avanti e conosciuta anche con il nome di kraut rock. I Can erano una band formata da autentici artisti formatisi alla scuola di Stockausen naturalmente portati alla ricerca di un nuovo suono, una nuova musica capace di rompere i legami con tutto ciò che si potesse definire tradizionale. Mescolando elementi di avanguardia, musica concreta, musica indiana, pop e rock and roll, questi pionieri tedeschi illuminavano chiunque avesse la fortuna di conoscerli. Il loro lavoro di debutto, Monster movie, pur pagando un qualche tributo ai Velvet underground e anche ai Beatles è fondamentalmente un albun originalissimo frutto originale della genialità dei suoi autori.

Da ascoltare con molta attenzione.

The Grateful Dead – Anthem of the Sun (1968)

anthem of the sunCon questo secondo album, Anthem of the sun, i Grateful dead cercano di portare in studio la loro migliore forma espressiva ovvero la capacità di realizzare fantastiche esperienze dal vivo. L’esperimento di mescolare brani live con parti in studio funzionò ma non del tutto, probabilmente perchè il progetto che avevano in mente Garcia e soci era un po troppo ambizioso rispetto a quelle che erano le competenze tecniche della band all’epoca. In ogni caso Anthem of the sun risulta essere sicuramente l’album più psichedelico e sperimentale dei Grateful Dead, pur non raggiungendo la maturità compositiva del successore, l’epocale Aoxomoxoa pubblicato nel 1969 e nonostante gli sforzi non riesca a catturare a pieno il vero spirito live del gruppo, che verrà invece incastonato in quel gioiello che è il doppio Live Dead, sempre del 69, che chiuderà in maniera magistrale la carriera psichedelica dei Grateful dead.

 

Di @4min

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