the man who sold the world UK 1

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Nel Novembre del 1970 esce The Man Who Sold the World, terzo disco composto da David Bowie.

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The Man Who Sold the World è un disco decisamente interessante da ascoltare perchè è quello nel quale sono evidenti i segni della trasformazione musicale in atto nella produzione di Bowie.

Con questo lavoro infatti il signor Jones comincia a mettere in atto il passaggio che lo porterà dalle melodie folk-psichedeliche tipiche di Space Oddity al glam rock del quarto Hunky Dory.

Space oddity e Hunky dory sono dei monumenti nella discografia di David Bowie e The Man Who Sold the World ne resta evidentemente schiacciato, pur comunque non essendo un lavor da considerarsi “minore”.

Infatti questo disco innanzitutto sorprende per la sua maturità lirica con testi, mai banali, che abbracciano tematiche diverse. Si va dalla follia dell’uomo alla falsità di coloro che promettono rosei aldilà, dalla critica ai totalitarismi alla doppiezza sia sessuale che psichica. L’intenzione manifesta di Bowie era quella di ampliare la propria prospettiva slegandosi da qualsiasi tipo di stilema classico.

Dal punto di vista musicale le melodie risentono non poco dell’influenza del nuovo, all’epoca, chitarrista Mick Ronson, coadiuvato dall’ottimo bassista Tony Visconti. Questi musicisti furono lasciati abbastanza liberi di lavorare con le melodie, sopratutto perchè Bowire era preso da vicende personali, su tutto il fatto che stava per diventare padre per la prima volta. Il suono quindi prende una direzione piuttosto decisa verso l’hard blues. Inoltre il disco è caratterizzato da una diffusa cupezza che contribuisce a rendere questo album decisamente anti commerciale e impegnativo all’ascolto, insomma non banale. Molta, ma non tutta, della responsabilità di questa atmosfera cupa pare sia da imputare all’influenza esercitata dal luogo prescelto come sala prove che era un locale del periodo Edwardiano piuttosto lugubre.

Anche se Bowie non fu particolarmente collaborativo durante la realizzazione del disco alla fine riusci a comporre le liriche necessarie. I testi realizzati per The Man Who Sold the World sono meno autobiografici rispetto a quelli dell’album precedente anche se comunque il cantante va a esplorare un territorio piuttosto intimo e quello che ne scaturisce sembra risentire dei turbamenti che affliggevano il mondo di David Bowie nel 1969. La morte di suo padre, la fine del rapporto con la compagna Hermione, il fallimento del laboratorio artistico fondato a Beckenham e soprattutto il peggioramento della salute mentale del fratellastro Terry sono rappresentate nell’album attraverso un immaginario fatto di paranoia, depressione e allucinazioni schizoidi.

In effetti, in’una dichiarazione rilasciata circa trent’anni dopo la pubblicazione di questo disco Bowie disse che : “In quel periodo vedevo spesso il mio fratellastro e ovviamente credo che ciò abbia avuto un certo effetto su di me… Credo che in un certo senso il suo spirito aleggi in gran parte di quel materiale… Conoscendo la fragile stabilità mentale della mia famiglia in generale, nel ramo materno in particolare, penso che fossi terribilmente preoccupato di stabilire esattamente quale fosse la mia condizione mentale e dove potesse condurmi”.

Il disco inizia in maniera un po inconsueta con un pezzo lungo più di otto minuti, The Width Of A Circle. Da subito appare chiaro come Bowie cerchi di navigare in acque più torbide, a lui sconosciute, coadivato dal sound chitarristico di Mick Ronson. Nei secondi finali del pezzo si trova una prima traccia di quanto il capolavoro cinematografico di Kubrick “2001, a space odissey” abbia impressionato l’artista. Ala fine infatti riecheggiano le note dell’Also sprach Zarathustra di Strauss, prese dalla colonna sonora del film.

Altro misconosciuto masterpiece è il secondo brano, All The Madmen, nel quale la magnifica voce dei vent’anni, che scomparirà già dalla celebre seguente trilogia berlinese, la fa da padrone. Pur avendo delle liriche alquanto inquietanti questo brano venne proposto come singolo ma non aveva di certo i connotati ideali per bissare il successo della celeberrima Space Oddity dell’anno prima.

Il lato A si chiude con Black Country Rock, meno pesante e più solare rispetto ai due precedenti brani, e con la dark ballad After All, che con molta probabilità ha influenzato molti gruppi dark, quantomeno per lo stile vocale utilizzato da David Bowie.

Sul lato B con il primo brano, Running Gun Blues, si ha quasi un anticipo di quello che sarà Ziggy Stardust mentre Saviour Machine è una magnifica traccia folk psichedelica con splendidi inserti strumentali e la voce che vola altissima.

Segue la poderosa She Shook Me Sold, con Mick Ronson che si esalta in una traccia che ricorda molto le sonorità tipiche dei gruppi hard blues che popolarono il sottobosco musicale inglese dei seventies.

La title track arriva a questo punto. Si tratta di una bellissima canzone che rivela, come meglio non si potrebbe, la maturità compositiva già ad alto livello del giovane londinese. Di questo brano molti conoscono la cover realizzata da Kurt Cobain che ne fece una versione memorabile, acustica registrata nel 1993 con i Nirvana durante una delle puntate del programma MTV Unplugged e che è, per intesità e popolarità raggiunte, non molto inferiore all’originale.

Chiude il disco The Superman, altra riuscitissima prestazione vocale di David e della sua ottima band. Non si tratta di un brano banale ma è una canzone letteralmente intrisa delle influenze nietzschiane e fantascientifiche che caratterizzano tutto l’album. Si tratta di un quadro che dipinge come in un’allegoria le “tragiche vite senza fine” di “esseri meravigliosi incatenati alla vita” la quale si sovrappone al rifiuto della morale terrena da parte del superuomo di Nietzsche.

La storia delle quattro diverse copertine

Nel semprethe man who sold the world USA variegato e pittoresco mondo collezionistico The Man Who Sold The World è una delle prede più ambite ed è facile capirne il perché.  Il disco uscì inizialmente solo sul mercato americano, con una copertina a fumetti di Michael J. Weller, un amico di Bowie. Il cartoon mostra un cowboy che regge un fucile di fronte al Cane Hill Hospital, a Couldson, Croydon, a pochi passi da Londra, adesso chiuso. Un ospedale che al suo massimo conteneva ben 2000 pazienti, alcuni davvero noti come la madre di Charlie Chaplin e i fratelli di Michael Caine e dello stesso Bowie.

 

 

In Inghilterra invece uscì con la famosa e scandalosa (per l’epoca) “man’s dress cover” che vedeva David, con lunghi capelli biondi in posa ambigua su un divano con abiti prettamente femminili. Un primo indizio delle sue man dress coveroriginali divagazioni sessuali. Il tutto era opera del designer Michael Fish e gli stessi abiti vennero indossati da Bowie per promuovere il suo primo tour negli States, con gli americani ancora ignari del fatto che sarebbero ricomparsi sulla copertina delle versione inglese. L’immagine della cover fu ispirata da un simile ritratto di Dante Gabriel Rossetti, pittore e poeta londinese ottocentesco fondatore del movimento artistico dei Preraffaelliti.

 

 

Ma la vera chicca delle quattro differenti edizioni di The Man Who Sold The World è l’edizione tedesca, conosciuta anche come “round cover”.

La copertina si apre in quattro parti e diventa un grande circolo, con uno strano essere volante, una sorta di mano che ha la testa di Bowie e delle ali per spiccare il volo verso mete spaziali con le dita che sembrano scacciare via il pianeta terra. Le copie di questa fantasiosa edizione tedesca e della “man’s dress cover” inglese raggiungono cifre piuttosto ragguardevoli nel mercato dei collezionisti di vinile.

 

 

the man who sold the world UK 2Data la bigotteria imperante la copertina con Bowie sul divano fu rapidamente sostituita nel 1972 dalla RCA su scala mondiale con quella più rassicurante in bianco e nero e con il nostro eroe scalciante armato di chitarra elettrica in classica posa da Ziggy Stardust, che emergeva dall’ombra proprio in quell’anno.  Al suo interno, al pari delle copie su Rca Victor di “David Bowie (Space Oddity)” c’era anche un mini poster che era l’esatto scatto del fronte copertina. Quest’ultima copertina rimase in circolazione fino al 1990 quando la Rykodysc ristampò il disco riproponendo la copertina originale..

 

 

Tracce del disco originale del 1970

Lato A

The Width of a Circle – 8:05
All the Madmen – 5:38
Black Country Rock – 3:32
After All – 3:51

Lato B

Running Gun Blues – 3:11
Saviour Machine – 4:25
She Shook Me Cold – 4:13
The Man Who Sold the World – 3:55
The Supermen – 3:38

Tracce bonus della riedizione 1990

Lightning Frightening (inedita, 1970) – 3:38
Holy Holy (registrazione del 1973) – 2:20
Moonage Daydream (Versione The Arnold Corns, 1971) – 3:52
Hang On to Yourself (Versione The Arnold Corns, 1971) – 2:51

Label: Mercury (US), Mercury (UK), Mercury Germany, RCA

Di @4min

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