point of known return

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Point of know return è il quinto album registrato in studio dai Kansas.

 

point of known returnPubblicato nell’Ottobre del 1977 Point of know return ha avuto il difficile compito di seguire un disco, Leftoverture, capace di vendere oltre quattro milioni di copie. Missione riuscita? Beh direi senz’altro di si.

Point of know return riuscì ad eguagliare l’altissima qualità compositiva ed esecutiva del precedente vinile bissandone il successo commerciale, ben piazzandosi nelle classifiche americane, trasformando così la band in una vera e propria leggenda del Rock.

La mossa vincente per centrare l’obiettivo fu l’affiancamento a Kerry Livgren, in fase di scrittura, di  un particolarmente ispirato Steve Walsh. Il binomio così creato permise la composizione di un album che è caratterizzato da una maggiore attenzione generale che trova sintesi nella super hit Dust In The Wind.

Sarebbe però errato dare eccessiva importanza a questo brano, anche se è innegabile che Dust in the wind assieme a Carry On Wayward Son resta sicuramente il più famoso brano dell’intera produzione della band di Topeka.

Nella sua completezza Point of know return è infatti un album che non ha nessun cedimento, assolutamente nessun calo qualitativo dall’inizio alla fine, amalgamendo al suo interno in maniera perfetta composizioni più tipicamente rock, come Lightning’s Hand, con pezzi prog più romantici e, forse, un po più commerciali, come la già citata Dust On The Wind o Hopelessly Human che chiude l’album.

Tutti ottimi musicisti i membri dei Kansas ma, in questo quinto disco della loro produzione, è fondamentale l’apporto nelle sonorità della band del violino suonato da Robby Steinhardt e anche della sua voce. Infatti la seconda parte dell’album contiene alcune canzoni, come Lightning’s Hand e Sparks of the Tempest, con il violinista alla voce solista. Steinhardt resterà nella band dal 1972 al 1982, e nuovamente dal 1997 al 2006. Nel 1995 collabora con i ethro Tull fino al 1997 quando decide di tornare nei Kansas. È considerato, insieme a Eddie Jobson dei Roxy Music, Simon House degli Hawkwind e David Cross dei King Crimson, uno dei più influenti violinisti rock di sempre.

two for the showIl risultato delle vendite di Point of Know Return fu tale che per il tour i Kansas poterono permettersi il lusso di suonare nelle arene di tutto il Paese, ottenendo sold out ovunque e realizzare di conseguenza il loro live album, Two for the show pubblicato nel 1978.

Il disco si apre con la title track che è un  pezzo di alta qualità nel quale si alternano parti melodiche ad altre più scatenate come il ritornello caratterizzato dalle tastiere tipicamente Progressive.

Di grande impatto anche il secondo brano, Paradox , che coniuga ritmo super-energico con il violino che sottolinea il tutto in maniera incalzante.

La successiva The Spider è un brano strumentale che funge da collegamento col la famosa Portait (He Knew).  quest’ultima è una traccia davvero ispirata con forte influenza blues e con un bellissimo assolo di chitarra e che si scatena nel finaleL’ispirazione per la canzone proviene dall’ammirazione di Kerry Livgren per Albert Einstein. Livgren scrisse il testo in un momento in cui stava attraversando una fase di transizione spirituale nella sua vita. Dopo essersi convertito al cristianesimo, registrò nuovamente la canzone con la sua band AD, modificando i testi per adattarli alla storia di Gesù Cristo e ridisegnando la canzone.

La traccia che chiude il lato A, Closet Chronicles, riprende il classico stile prog del gruppo. Si tratta di una delle tracce più lunghe dell’album e infatti contiene una parte strumentale centrale piuttosto complessa.

Lightning’s hand è il brano che apre il lato B ed è una canzone con un ritmo particolarmente intenso scandito dal dialogo tra chitarra elettrica, tastiere e violino. Un gran bel brano, a mio modo di vedere, che fa da preludio al grande “classicone” dei Kansas cioè Dust in the wind.

Dust in the wind, similmente a quello che è accaduto per esempio a Keith Richards per il riff di Satisfaction o a Slash per quello di Sweet child of mine, è nata quasi per caso. La linea di chitarra per questa canzone infatti fu scritta da Kerry Livgren come esercizio per le dita per l’apprendimento del fingerpicking. Sua moglie, Vicci, sentì quello che stava facendo ed osservò che la melodia era piacevole incoraggiandolo a scrivere un testo da abbinarci. Livgren non era sicuro che gli altri membri della band lo avrebbero gradito, dato che si trattava di un allontanamento dal loro stile distintivo. In realtà il brano piacque al resto della band che lo incluse nell’album.
La canzone, pubblicata come singolo con Paradox come lato B, raggiunse la posizione numero 6 della Billboard Hot 100, il miglior piazzamento mai raggiunto da un singolo pubblicato dai Kansas, e fu dopo poco tempo certificato disco d’oro per il mercato americano.

Con il brano successivo, Sparks of the Tempest, si torna ad atmosfere più rockeggianti che si aprono ad influenze funky piuttosto marcate e piacevoli che liberano l’estro solista di Livgren. Nobody’s Home è un gioiellino di atmosfere malinconiche e intrecci piano/violino condite dalla classica enfasi barocca ed epica tipica dei Kansas. Chiude il disco Hopeless Humans, il brano più lungo dell’album che supera i sette minuti, che, pur essendo paragonabile alla Magnus Opus contenuta in Leftoverture, contiene delle parti cantate che confermano l’intenzione dei kansas di volere andare con Point of Know Return verso un indirizzo più orientato alla canzone che non verso il prog più canonico.

Point of know return è, insieme a Leftoverture, il disco dei Kansas da avere ad ogni costo nella propria collezione, godibile ieri come oggi e testimonianza di un momento davvero felice per la musica di qualità.

 

Track list di Point of know return

Lato A

Point Of Know Return 3:11
Paradox 3:49
The Spider 2:08
Portrait (He Knew) 4:32
Closet Chronicles 6:30

Lato B

Lightning’s Hand 4:21
Dust In The Wind 3:26
Sparks Of The Tempest 4:15
Nobody’s Home 4:37
Hopelessly Human 7:10

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