Brigitte Bardot

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Sei un collezionista di dischi in vinile ? Sai Come riconoscere le stampe originali dei dischi in vinile ?

Magari sei uno di quelli che ama tutto quello che riguarda questo mondo, dal giradischi d’epoca al vinile decisamente vintage ? Se è così probabilmente già sai che le prime stampe dei dischi in vinile hanno come riconoscere le stampe originali dei dischi in vinileun valore molto maggiore di tutte le successive ristampe, per quanto queste possano, in certi casi, essere qualitativamente migliori.

Se però sei un neofita ti consiglio di leggere prima la guida Dischi in vinile for dummies per familiarizzare con la terminologia ed alcuni concetti basilari per questo tipo di collezione.

Quindi come si fa a determinare se ci troviamo davanti ad una prima stampa di un disco in vinile? E, soprattutto, come riconoscere le stampe originali dei dischi in vinile ?

Prima di tutto bisogna dire che non esiste un modo assolutamente infallibile per scoprire se un disco è un vinile originale, grande importanza indubbiamente riveste l’esperienza fatta sul campo,  ma ci sono sicuramente dei metodi che possono essere utilizzati per ottenere una stima abbastanza affidabile.

Occorre anche definire, anche se può sembrare banale, che cosa è una prima stampa di un disco in vinile.

Beh, la prima stampa è un disco che è stato, appunto, stampato partendo dai primi master originali. Una volta esaurita la possibilità di stampare vinili con il master originale si passa alla stampa con copie del master e quindi si passa alla seconda stampa (second pressing, per gli anglofoni), terza stampa (third pressing) e così via.

Domanda spontanea : perché mi dovrebbe interessare possedere stampe originali dei dischi in vinile

Specialmente negli anni precedenti al rilancio commerciale dei dischi in vinile i collezionisti si sono presto resi conto che esiste una netta differenza tra il suono e la vivacità dei vinili originali rispetto ad alcune ristampe successive. Ma non sono solo le stampe in se stesse ma anche il materiale utilizzato per le ristampe e la quantità del materiale, cioè anche lo spessore del vinile sembra entrare in questa equazione.

Quindi, tirando le somme, il vinile originale o prima stampa, chiamalo come vuoi, rappresenta una sorta di garanzia sulla “autenticità” del suono che all’epoca l’artista voleva incidere.

Inoltre c’è anche il valore economico. Spesso, specie negli anni 60 e 70, le prime stampe erano effettuate in tirature limitate per motivi meramente economici. Quindi gioco forza se ne trovano poche in giro e, come sai, più una cosa è rara e più, potenzialmente, vale. Inoltre molte di queste stampe presentavano errori nelle scalette dei brani, etichette che cambiavano colore, copertine stampate al rovescio o con colori invertiti e altre simpatiche amenità che sembrano fatte apposta per far impazzire i collezionisti di dischi in vinile ( se vuoi approfondire, a titolo di esempio, ti consiglio di leggere questo articolo sulle etichette di Led Zeppelin IV).

Quindi, anche se non è obbligatorio, avere qualche stampa originale nella propria collezione arricchisce la collezione stessa da più punti di vista.

 

Vediamo quindi come riconoscere le stampe originali dei dischi in vinile

Determinare se il disco è nato per essere stampato su vinile oppure no

Chiaramente questo è un problema che riguarda i dischi pubblicati dopo il 1982, anno nel quale è comparso sul mercato il CD, per quelli precedenti il problema non si pone !

Nevermind NirvanaQuindi un modo per determinare la possibilità che una registrazione sia stata stampata originariamente su vinile è cercare informazioni circa il rilascio del disco. Per esempio, tra la fine degli anni 90 e primi anni 2000 ci fu un ritorno di fiamma nei confronti del vinile e molti gruppi decisero per i loro album di aggiungere, in seconda battuta, alla stampa su CD anche quella su vinile.

Se trovate queste registrazioni su vinile, ovviamente non si tratta di originali, e, di conseguenza, non hanno alcun valore di mercato o comunque lo hanno ma piuttosto basso.

 

 

Sapere quando l’album è stato rilasciato e da quale etichetta

Un’altra cosa che si può fare quando si tratta di determinare se un disco in vinile è una stampa originale è quella di sapere in quale data l’album è stato rilasciato. Molti album vengono stampati anche più volte nuovamente dopo che sono passati diversi come riconoscere le stampe originali dei dischi in vinileanni dalla prima uscita e questo può essere fonte di confusione.

Tanto per fare un esempio illustre, l’album dei Beatles, Abbey Road, è stato rilasciato originariamente su vinile nel 1969 dalla Apple Records. Successivamente il vinile è stato ripubblicato nel 1995 dalla Capitol Records.

Chiaramente è molto facile trovare la versione del 1995 di questo album ma questa non può in alcun modo essere considerata un pezzo importante da collezione contrariamente a quella del 1969 che è invece molto ambita dai collezionisti di dischi in vinile.

 

L’etichetta del disco

Le etichette dei dischi possono essere elementi utili alla determinazione dell’edizione del vinile in nostro possesso. Ogni uscita di uno stesso album presenta delle diversità rispetto alle precedenti o alle successive per cui non è raro avere una etichetta diversa, o leggermente differenziata dalla precedente

L’etichetta (label) è quindi un altro dato fondamentale nella descrizione di un disco ed è quello che maggiormente cambia nelle varie edizioni. Per descrivere un’etichetta occorre prestare attenzione a tre caratteri fondamentali: colore, scritte e logo. I colori, come già detto, possono essere molteplici e di sfumature diverse, a seconda dell’interpretazione che ognuno da soggettivamente: quello che a qualcuno appare come rosso chiaro, potrebbe essere per altri rosa o magari solo un rosso diverso.

Basta usare una fonte luminosa affidabile per meglio individuare il colore e comunque bisogna fidarsi delle descrizioni classiche: per esempio, l’etichetta della Harvest può essere definita gialla o verde, ma la definizione esatta è sfondo giallo con il logo della Harvest verde e le lettere nere e per cui convenzionalmente è “giallo-verde”. Altre versioni sono nere con logo e scritte argentate, bianche con logo rosso e scritte nere, bianche con logo blu e scritte nere, oppure il giallo può assomigliare al verde; oppure, le etichette nere della Odeon Records sono nere, ma alcune possono essere viste come blu scurissimo, ma sempre con le scritte argentate.

Le scritte presenti sull’etichetta sono, di solito, dedicate al titolo ed alla scaletta dei brani (tracklisting); ci sono poi, quasi sempre, i marchi di fabbrica, il numero di catalogo, numeri addizionali e il logo della casa, nonché le diciture di legge.

Anche il colore dei testi nella label può variare da stampa a stampa (esistono dei casi di dischi uguali, stessa edizione, stessa label, ma con scritte di colori differenti). Per alcune discografie poi (come quella americana, inglese e italiana), uscite con parecchie ristampe, fondamentale è anche il discorso relativo alle scritte sul bordo esterno dell’etichetta, conosciuto come ‘rim copy’ (o “perimeter text”) o ‘edge text’: infatti, con il passare del tempo tali scritte si sono “evolute” e sono cambiate leggermente, pur lasciando intatto quasi tutto il resto dell’etichetta. E rimane l’unico modo, insieme alla posizione dei vari marchi, per riconoscere le varie ristampe. Il logo della casa è di solito colorato e facilmente riconoscibile; anch’esso può essere diverso a seconda della stampa e del paese, e di diversa forma. E possono esserci più marchi di fabbrica.

Numero di catalogo e matrice della stampa originale

Si può imparare molto su un disco anche solo considerando i numeri di catalogo attribuiti ad una determinata pubblicazione. Il numero di catalogo, tanto per non dare niente di scontato, è un numero che identifica la versione del disco. Questa attribuzione, in alcuni casi, è un tantino complicata perché, per esempio, molte etichette “minori” sono state nel corso degli anni inglobate all’interno delle cosidette major che ne hanno fagocitato il catalogo, il che ha causato una certa sovrapposizione dei numeri del catalogo stesso.

Fortunatamente comunque esistono database on line piuttosto aggiornati che ti permettono di fare ricerche anche piuttosto articolate. Una volta determinato il numero di catalogo attribuito alla versione originale abbiamo un primo elemento utile per determinare l’originalità di una stampa.

In aggiunta possiamo utilizzare anche il matrix number. Questo numero, stampato o scritto a mano, si trova sulle come riconoscere le stampe originali dei dischi in vinile - Matrix numberscanalature run-out del disco ed è una combinazione alfanumerica che viene utilizzata durante la produzione vera e propria del disco per distinguere il lato A dal lato B. In molti casi è l’unico dato davvero significativo per capire se ci si trova davanti ad una prima stampa oppure no.

 

La matrice o matrix number possiamo definirla come la carta d’identità del disco.

Il problema però è che ogni etichetta ha implementato un proprio sistema di codifica per cui risulta molto difficile, diciamo pure impossibile, applicare una regola generale per la lettura delle matrici.  Inoltre, per rendere più complicata la faccenda, la codifica cambia col cambiare il  paese nel quale viene effettuata la stampa. Le stampe italiane per esempio, anche se non tutte, utilizzavano un sistema nel quale era scritta chiaramente anche la data di stampa.

Per identificare una prima stampa talvolta non basta utilizzare i dati ricavati dalla matrice ma occorre incrociare questi dati con i credits stampati nella cover. Questo è necessario soprattutto per i dischi prodotti negli anni sessanta e settanta. Questi dischi, specie quelli per i quali veniva prevista una grande tiratura, erano stampati utilizzando diverse linee di produzione che utilizzavano contemporaneamente più lacche (master) originali.

Dalle lacche venivano, come da prassi, ricavati father , mother e stamper per cui, in questi casi, se possediamo una copia che ha nella codifica A1una copia con un A1 non è detto che sia necessariamente una delle prime copie stampate. (se ti va di approfondire leggi anche la guida “a proposito dei dischi in vinile“)

Come si legge la matrice (esempio)

Per esempio XEX 579-1 ( Beatles Rubber soul etichetta Parlophone)

XEX significa, per la Parlophone, che il disco è un mono. Se fosse stato stereo ci sarebbe stato YEX

579 è il riferimento al numero di catalogo

-1 E’ la parte importante, perchè ci dice da quale matrice di stampa è stato ricavato il disco. In questo caso il numero 1 dovrebbe garantire che siamo in presenza di una prima stampa.

Va comunque tenuto presente, tanto per rendere ancora più complicate le cose, che è accaduto che alcune matrici non venissero utilizzate per dare origine a vinili destinati alla vendita. E’ noto per esempio il caso della prima stampa inglese di Wish you were here dei Pink Floyd che ha come matrice A1//B3. Non furono messe in commercio delle copie con matrice A1//B1 o A1//B2 perché le prime due matrici adoperate per il pressaggio del secondo lato del disco furono usate come test-pressing. In questo caso quindi la B3 indica, nonostante il 3 che siamo in presenza di una prima stampa.

E’ assolutamente necessario quindi, come puoi vedere,  documentarsi molto bene soprattutto per evitare di restare vittime di truffe.

Fare un esame attento della copertina

Tieni presente che anche se un disco ha il numero di catalogo stampato coincidente con quello originale e anche la stessa data di uscita stampata non è detto che sia una stampa originale. Quindi in aggiunta a quanto già detto in precedenza può essere utile osservare attentamente la copertina del vinile perché anche questo può anche aiutare a determinare se un disco in vinile è un originale o no.

Ogni uscita di uno stesso album presenta delle diversità rispetto alle precedenti e alle eventuali successive.

Alcune delle modifiche saranno molto sottili, quindi difficili da individuare, ma in molti casi, la differenza sarà notevole e riguarderà, per esempio, tonalità di colori o, addirittura, modifica del layout. Ovviamente è necessario conoscere esattamente l’aspetto della versione originale del disco.

In questo viene molto in aiuto Discogs dove si trova un ampio database fotografico dei dischi pubblicati a livello mondiale.

Un’ultima osservazione secondo me utile.

Anche se per alcuni potrà sembrare banale dirlo, se la copertina dell’album ha un codice EAN (identificazione del prodotto con codice a barre) vuol dire che l’album stesso è stato prodotto dopo il 1973. Avrete quindi in questo modo un facile elemento per valutare il tipo di stampa che avete fra le mani. Se vuoi approfondire l’argomento codici a barre ti consiglio di leggere la guida su questo sito.

Se questa piccola serie di consigli ti è piaciuta ti invito a dare un’occhiata anche le altre guide presenti sul sito

 

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Di @4min

6 pensiero su “Come riconoscere le stampe originali dei dischi in vinile”
  1. Salve, mi è capitato di esaminare dei vinili dei Beatles di proprietà di un mio amico che, a fronte di una copertina italiana avevano un disco stampato in un altro paese, con etichetta diversa (odeon, ad esempio). Ho cercato di recuperare notizie su questa curtiosità, ma no sono riuscito a scoprire nulla. Qualcuno può dirmi qualcosa a proposito? Grazie.

    1. Salve, il linea di massima, per prima cosa, devi controllare se è riportato tra le note di produzione riportate sulla cover del disco. Sono pochissimi quelli moderni registrati in analogico quindi, quando questo accade viene considerato un plus e evidenziato nelle note.
      Considera inoltre la data effettiva della stampa che vuoi acquistare. Se si tratta di un disco prodotto fino a circa la prima metà degli anni settanta il master sarà analogico, dopo si passa al digitale.

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