Tales from topographic oceans

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Tales from topographic oceans è un doppio concept album composto di soli quattro brani, uno per ogni lato del vinile, ed è considerato uno dei lavori più controversi degli Yes.

Il progetto di Jon Anderson, autore dei testi, era quello di trasporre in musica le scritture che costituiscono gli Shastra hindu, un’opera molto popolare fra chi negli anni sessanta e settanta si interessava di filosofia orientale. Come spiegato dallo stesso Anderson nelle note di copertina del disco l’idea dei quattro movimenti, che sono in pratica delle vere e proprie suite, in cui è strutturato il disco, nasce dopo la lettura del libro “Autobiografia di uno Yogi” di Paramhansa Yogananda. In questo libro vengono descritte le quattro scritture shastriche della cultura mistica orientale che riguardano i molteplici aspetti della vita umana.

Tales from topographic ocean - YesA causa delle aspettative generate da un progetto così ambizioso anche la musica degli Yes divenne in Tales from topographic oceans ancora più strutturata, complessa e innovativa rispetto al precedente Close to the Edge (1972). All’interno della band questa complessità compositiva portò alla nascita di forti contrasti tra Anderson e Howe da una parte e Wakeman dall’altra che si “ribellava” a quella che considerava una inutile ampollosità della struttura musicale.

Diversi anni dopo la pubblicazione di Tales from topographic oceans Wakeman durante un’intervista chiarì molto bene il suo pensiero riguardo a questo album : ” Se allora fosse uscito in CD, avremmo avuto materiale sufficiente per fare un buon disco di cinquanta minuti. Invece avevamo troppa musica per un LP da trentasei minuti, ma non abbastanza per un album doppio. Così l’abbiamo gonfiato senza pietà. E la cosa non mi piacque affatto. “

Ovviamente ance la registrazione dell’album subì gli effetti della complessità dell’opera e quindi ebbe una genesi decisamente complessa. La band volle infatti che negli studi fossero ricreate di volta in volta le atmosfere corrispondenti a diverse ambientazioni naturali, in armonia con i diversi momenti musicali dell’album.

La particolare musicalità di questo album ha fatto si che negli anni acquisisse un vasto numero di estimatori che considerano questo album la vetta compositiva del gruppo e, anche, un altrettanto vasto numero di detrattori che accusano quest’opera di essere pretenziosa, barocca e auto celebrativa. In particolare diversi artisti punk rock hanno individuato in questo album la quintessenza di ciò a cui il punk come movimento si opponeva.

Nonostante la fredda accoglienza della critica, l’album raggiunse il primo posto nelle classifiche di vendita inglesi, risultato assolutamente rimarchevole per un album concettualmente impegnativo come questo, ed entrò anche nella top ten americana.

Alcuni suoi brani (in particolare Ritual e The revealing science of God) vennero riproposti frequentemente nei concerti del gruppo (ancora negli anni 2000, trent’anni dopo la pubblicazione del disco).

La copertina, opera del pittore Roger Dean, con pesci che fluttuano nell’aria sotto un immenso cielo stellato, e una piramide azteca sulla sfondo, è stata indicata come migliore copertina della storia della musica rock in un sondaggio eseguito nel 2004 dalla rivista Rolling Stone.

Tales from topographic oceans

La tracklist

The Revealing Science of God (Dance of the Dawn) – 20:27
The Remembering (High the Memory) – 20:38
The Ancient (Giants Under the Sun) – 18:34
Ritual (Nous Sommes Du Soleil) – 21:36

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Di @4min

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